Passò poco tempo
prima che Alan si ritrovasse di nuovo in studio per registrare
quello che poi divenne l'album dei Depeche Mode che ha avuto
maggiore successo fino ad oggi, Violator. Dopo la sua
pubblicazione, un tour promozionale per pubblicizzare i live
shows in arrivo dimostrarono quanto fosse diventato ampio il
numero di fans dei Depeche Mode, con 15000 fans adoranti che si
fiondarono alla Wherehouse Records di Los Angeles per vedere i
loro eroi firmare copie della nuova release. I problemi che si
verificarono all'esterno della struttura, che comportarono
l'intervento delle forze dell'ordine, calamitarono ancora di più
l'attenzione sulla band, proprio quello di cui la band aveva
bisogno.
Violator conteneva una serie impressionante di hits tra cui
Personal Jesus ed Enjoy the Silence, e con questo disco la band
raggiunse definitivamente lo status di band da stadio.
Fu soltanto alla fine del tour di successo World Violation che
Alan potè tornare a concentrarsi sui Recoil. In ogni caso, dopo aver iniziato a lavorare sul seguito di
Hydrology, accettò di produrre il nuovo disco per i compagni di
scuderia Mute, Nitzer Ebb, che fecero da supporto alla band nel
WV e con cui i Depeche erano diventati amici.
Ebbhead fu registrato ai Konk Studios ed Alan si avvalse della
collaborazione di Flood che aveva lavorato con i Depeche su
Violator. Fu in questo periodo che strinse amicizia con Douglas
McCarthy, cantante dei Nitzer, che gli ricambiò il favore
cantando sul successivo album Recoil, intitolato Bloodline.
Per questo disco Alan si avvalse di vocalists per la prima
volta. Tra i tanti è doveroso segnalare i contributi di Moby,
Toni Halliday e Douglas McCarthy. Ciò si rivelò essere un
notevole passo in avanti per Recoil, che pubblicò anche il suo
primo singolo, Faith Healer, una cover di una canzone di Alex
Harvey.
Anche se non c'erano pressioni affinchè realizzasse un album più
convenzionale dei precedenti, Bloodline fu una release molto più
commerciale dei lavori pubblicati in passato, con canzoni ben
definite, e "indica che Wilder è stato un personaggio chiave
nello sviluppo dei Depeche Mode dai primi brani poppy alle
texture dark adottate nella metà degli anni Ottanta" (Vox)
Bloodline indicates that Alan Wilder has been a key
figure in Depeche Mode’s development, from their early
pop nursery rhymes to the darker, heavily textured style
they adopted in the mid-80’s. Wilder concocts the filmic
soundscapes, slow burning things that slip into
melodramatic grandeur through a side door.
Douglas McCarthy blisters Alex Harvey’s 'Faith Healer',
Curve’s Toni Halliday drenches 'Edge to Life' and
‘Bloodline’ in drowsy paranoia. 'Electro Blues for Bukka
White’ has long-gone disembodied bluesman White,
muttering and wailing underneath an eastern drone that
both eulogises and ignores him. Like the rest of
Bloodline, the effect is disconcerting but ultimately
very moving.”
Vox
“Wilder uses his Recoil opportunities for wild
experimentation. Delving deep into the world of
technology ‘Bloodline’ pitches his electronic symphonies
against the disparate individual styles of the guest
vocalists. The result is an often brilliant collection
that swings from the chilling Halliday-led title track (harsh,
unfriendly, ominous) to the daft but inspired ‘Electro
Blues for Bukka White’ (warm, weird, wonderful). A
glorious case of “We have the technology!....”
Select
" Featuring Depeche Mode
man Alan Wilder with a host of guests including Moby and
Diamanda Galas, Bloodline features a couple standout tracks.
The title track features nice female vocals and a more
stretched out composition with serene keyboards, floating
guitar effects and a feeling that the music is taking you
somewhere. "Freeze", which serves as the album's closer, is
also quite interesting, with a fairly simple repetitive but
building piano/keyboard piece"
SSMT Magazine
Faith Healer
Electro Blues For Bukka White
The Defector
Edge To Life
Curse
Bloodline
Freeze
Quattro linee
sanguigne di guest importanti: il Nitzer-ebb "Douglas
McCarthy" , la splendida sessionwoman "Toni Halliday" ,
Diamanda Galás ed il giovane ed ancora sconosciuto Moby.
Quest'ultimo ispirato successivamente da Alan("Play"): del
resto da chi credete abbia preso l'intuizione di campionare
tracce vocali Bluesy retrò in basi più moderne? l'eterea "Electro
Blues For Bukka White" ne è esempio. Il vecchio brano
ripescato nel cd 'The Legacy Of The Blues' viene spogliato
ed innestato con un fitto tappeto synthato, un Frankenstein
musicale e la rappresentazione di un seme piantato nel
background musicale dell'artista che più tardi verrà
ulteriormente evoluto ed estremizzato nel progetto Recoil. In questo album i richiami in via generale non mancano di
certo, a partire dal singolo "Faith Healer", brano della "Alex
Harvey Band " rielaborato al Mini-moog in uno stile
decisamente più morboso ed elegante alla Virgin Prunes ma
tendente al Dub . Wilder si presume fosse nel periodo un
assiduo frequentatore del "Electric Café" dei Kraftwerk, lo
rispecchia una composizione del calibro "The Defector",
perfetto collage di pattern ritmici con elementi sinfonici e
voce passata al Vocoder (il musicista definirà proprio
questo pezzo un omaggio alla band tedesca ). Basti osservare
i brani "Edge To Life" e "Bloodline" per gustare melodie
sensibilmente vicine al sound della band d'origine, annegate
a tratti da sezioni ambient e Soul come nel primo caso: dove
nel fade out potete persino trovare un basso slappato ed uno
spoken in Italiano che aumenta i dejavù. Trattandosi di
Ippolita Santarelli che ricorderete per il video di "Behind
the Wheel " ( lo spoken lo trovate qui:
http://www.youtube.com/watch?v=mvWELBgguYs ). In mezzo
ad ambedue tracce è presente un anticipo di qualche anno
agli intenti dei Faithless nell'unire groove discotecaro a
flussi rap ("Curse"), nonostante l'esperimento appaia più
come un esercizio fuori tema dal resto dell'amalgama di un
album che è consigliato come rito iniziatorio per i Neofiti
del progetto. (Federico
Francesco Falco)
Release date: April 1992
Catalogue no: CDSTUMM 94
Production/instruments by Alan Wilder
Engineered by Steve Lyon, assisted by Dave Eringa
Recorded in London between January and March 1991
Mixed at Konk, London between October and November 1991