

David Gahan -
Paper Monsters Tour Alcatraz - Milano, 24.11.2003
Gruppo spalla: NU.
Inizio concerto NU: ore 20:30
Inizio concerto David Gahan: ore 21:15
Fine concerto ore 23:00
Dirty Sticky
Floors
Hidden Houses
Black And Blue Again
A Question Of Time
Bitter Apple
A Little Piece
Useless
I Need You
Walking In My Shoes
Bottle Living
Personal Jesus
Goodbye
Primo bis:
Hold On
I Feel You
Never Let Me Down Again
Secondo bis con la band in versione "unplugged":
Condemnation (prima volta)
Dream On
Policy Of Truth
Medley: Enjoy The Silence / Just can't get
enough /
ETS finale
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ReteA
- Play.it. Intervista in studio. |

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3.57 7.441 kb |
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Alcatraz
- Interviste ai fans. |

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Grande serata quella
trascorsa all'Alcatraz lo scorso 24 novembre, grazie
soprattutto ad un insuperabile David Gahan, assoluto protagonista della scena.
Il locale, a quanto sapevamo, aveva preannunciato il tutto esaurito, anche se verso le 20 era ancora mezzo vuoto. Di li' a poco pero' si sarebbe riempito all'inverosimile non lasciando dubbi sul richiamo esercitato dal nostro bravissimo singer. In apertura erano attesi come gruppo spalla i NU, gruppo danese venuto alla ribalta recentemente con l'album di
debutto "AlphaBravoShockpopDisco" (Adventures In Music/Sk-eye, 2003), lavoro anticipato dai singoli "Disco hurts" e "Any other
girl". I Nu,
Stine Jacobsen (voce), Peter Iversen (chitarra), Lars Iversen (basso) e Morten Krog Helgesen (batteria), hanno proposto un incrocio tra vecchio rock classico basso-chitarra-batteria (con venature new-wave), ed
elettronica, presente con alcuni loop ed alcuni effetti ad arricchire l'esecuzione live. Sinteticamente sono sembrati sicuramente degni di nota,
soprattutto la cantante, che ha una voce che puo' ricordare
quella della singer dei Garbage. Unico neo la scarsa
presenza scenica che ha creato poco coinvolgimento nel pubblico, probabilmente anche a causa del timore di suonare davanti ad una folta platea in attesa solo del proprio idolo. E dire che il pubblico ha gradito non poco l'esibizione applaudendo alla fine di ogni brano, suscitando tra l'altro gli accorati ringraziamenti della band prima dell'uscita dal palco. Curioso segnalare come l'ultimo pezzo proposto sia stata una
cover dei Guns'n'Roses, "Welcome to the
jungle", arrangiata in maniera invero un po' spenta rispetto alla dirompente potenza dell'originale.
La performance del gruppo di supporto e' durata circa mezz'ora, verso le 21 le luci si riaccendevano per
lasciare posto ad una selezione di brani dichiaratamente rock, tanto per sottolineare l'impronta data al concerto
che ci attendeva. Dopo una breve preparazione del palco da parte degli
inservienti, alle 21 e 15 circa, buio in sala: entra la band seguita da lui,
David Gahan. In forma smagliante attacca subito una tirata Dirty Sticky
Floor. Mentre cerchiamo di guadagnare posizioni nella platea, in mezzo ad
una calca incredibile, apro una breve parentesi per presentare la band che
accompagna Gahan in questo tour mondiale per la promozione di
Paper Monsters: Victor Indrizzo alla batteria, il quale ha collaborato
tra gli altri con Beck, Macy Gray, Avril Lavigne, Daniel Lanois, Scott
Weiland, Chris Cornell e Marianne Faithful; Knox Chandler alla chitarra: Psychedelic Furs ,
REM , Siouxsie and the Banshees , Cyndi
Lauper; Martyn Lenoble al basso: Porno for Pyros, Janes Addiction; Vincent Jones alle tastiere:
tastierista/engineer/mixer/producer per svariati lavori di artisti
"alternativi". Tra i piu'
famosi artisti con i quali ha collaborato si segnalano i
P.O.D (per Matrix soundtrack), Pink, Brian Adams. Ma torniamo allo show. Inizio tutto dedicato al lavoro
personale del nostro, dopo l'apertura arriva Hidden
Houses, una delle tracce piu' complesse e meglio arrangiate
dell'album, ed a seguire un momento di riflessione con Black and Blue Again, che ci rivela
gli sforzi fatti dalla band per rendere molto particolare l'esecuzione di alcuni brani live. Le
luci, ottime, condiscono a dovere la musica, creando atmosfere semplici ma efficaci. Nessun effetto
particolare, solo colori intensi, rosso, blu, violetto, qualche specchietto davanti ai riflettori
crea giochi di brillantini. Tutto molto naturale, senza grosse pretese, che forse e' sempre la cosa
migliore in assenza di mezzi tecnici ultragalattici.
Una piccola nota per la location del concerto, l'Alcatraz gia' assaporato per il concerto di Gore la
scorsa primavera, si rivela ancora una volta un locale accogliente e ben strutturato per i concerti, il suono
e' buono e, date le dimensioni non esagerate, sempre presente e chiaro. D'altro
canto,
durante i brani di maggiore impatto sonoro, si perdeva molto
della nitidezza originale. C'e' da sottolineare forse come il
posto fosse maggiormente adatto alle performaces intime del biondo
Martin, piuttosto che alle velleita' hard-rock del nostro
David.
Comunque una cosa va messa bene in chiaro. Il pubblico presente ha
fatto capire molto bene quali fossero i brani che gradiva di piu', facendo
crollare praticamente il pavimento all'attacco di A question of
Time, scatenandosi in salti incredibili. Non c'e' stato praticamente paragone per l'entusiasmo del
pubblico, tra i brani di Paper Monsters ed i vecchi cari pezzi dei Depeche Mode la preferenza e' andata
decisamente per questi ultimi. Ma c'era da aspettarselo, ovviamente.
In ogni caso, soprattutto per i pezzi piu'
"carichi" come Bottle Living o I Need You, il pubblico ha
cantato parecchio, facendo notevolmente felice il buon
Gahan, il quale spesso ha porto il microfono in avanti incitando la gente ad eseguire i ritornelli.
Non c'e' niente da fare, la forza dello show e' stato sicuramente questo grande animale da palcoscenico che
risponde al nome di David Gahan. Grande forma fisica, grande entusiasmo, la giusta dose di ironia e
disincanto ma soprattutto enormi doti da entertainer e trascinatore fanno di Gahan un vero motore per ogni
concerto che si rispetti. Tanto per ribadire ancora una volta che i DM non potrebbero mai fare a meno di
una tale forza della natura.
La band, gia' apprezzata in quel di Imola per il festival estivo del giugno scorso, si dimostra sempre
piu' affiatata. I brani corrono su binari consolidati ma godono anche delle delicate
nuances che questi
bravi session men sanno immettere per personalizzare lo spettacolo.
Certamente non bisogna aspettarsi il suono a cui ci avevano abituati i Depeche Mode. Il discorso di David
si discosta notevolmente dall'elettronica che invece persegue il compare Martin Gore.
Tanto rock, sudore ed immediatezza, questa la ricetta proposta per un concerto all'insegna del divertimento
puro e della partecipazione.
Per una volta buttiamo allora volentieri alle ortiche ogni pregiudizio e seguiamo col cuore in mano la
performance finale acustica, che vede i ragazzi del complesso riunirsi nella parte anteriore del palco per
eseguire un miniconcerto nel concerto. Miniset di batteria, basso verticale, chitarra acustica "stile
sitar" ed una specie di fisarmonica sono gli
strumenti usati per confezionare un finale da brividi. Riproposti alcuni dei cavalli di battaglia dei DM,
canzoni di Gore, ma che cantate da Gahan prendono vita e non lasciano comunque insensibili, al di la' della
stranezza della situazione. Applausi, grida, cori a squarciagola accompagnano il medley finale tra Enjoy
The Silence e Just can't get Enough, giusto omaggio ad una carriera ormai ultraventennale ma che non accenna
a voler arrestarsi, soprattutto grazie alla ancora grande energia che e' in grado di trasmettere il
nostro David Gahan.
Gianluca Corbisiero |
013
ringrazia:
Marco Cattani, Daniele "Ducl" Trambagioli,
Dave Inside, Teto, Stripped, Johnny, Black C ed Ultra. |
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