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di Daniele Scotto Di Carlo
La
data zero del Delta Machine tour segna il
ritorno in grande stile del
trio di Basildon: migliaia
di fans adoranti provenienti
da ogni parte del mondo,
persino dall estremo
Oriente, si sono radunati
nella zona del Palais sin
dalla mattina e sono stati
ripagati del grande
sacrificio attraverso un set
tiratissimo, |
intervallato da un solobreak.
La band è apparsa in
splendida forma, benché
emozionata all'inizio.
Grande spazio sin da subito
al nuovo disco con Welcome
to my world ad aprire il
concerto con delle immagini
che si rifacevano in parte a
Stripped 93 in parte a Black
Celebration 01. Impossibile
descrivere l'esplosione di
gioia dei fans al cospetto
di uno dei capisaldi del
disco, esplosione che si
amplifica con la martellante
Angel.
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di Mauro Caproni
Sono
appena passate le 18 di una
bellissima giornata di sole
a Nizza, quando i cancelli
del Palais Nikaia
si aprono e un’onda pacifica
di fans in black invade il
piccolo parterre del
palasport francese (capienza
5 mila posti, ottima
visibilità e soprattutto
ottima acustica da tutti i
lati).
Si celebra la data zero del
Delta Machine tour, e il
compito di aprire le danze
spetta agli sconosciuti Fox,
che si riveleranno come la
più noiosa e ridicola open
band dei Depeche Mode dai
tempi di Matt Fretton (che
almeno era divertente) del
SGR tour. Volumi assai
bassi, la vocalist con tanto
di pass ben visibile al
collo dà voce (poca a dire
il vero) a un pop scialbo e
incolore, con ovvia
spruzzata di elettronica,
che scivola via senza
lasciare traccia.
Il tempo di sistemare il
palco, e in un attimo, con
le luci completamente
abbassate, ecco esplodere
fragorose le percussioni
elettroniche che annunciano
l’ingresso della band, e che
introducono il primo brano
della serata, Welcome To My
World, potente, ipnotica,
marziale, proposta in veste
completamente elettronica
con i nostri on stage
praticamente immobili e alle
prese con synth e microfono.
Bella immagine, mentre alle
loro spalle una enorme
scritta in bianco e nero e
una gigantesca pupilla
colorata dà il benvenuto nel
loro mondo. Uno splendido
inizio, probabilmente il
migliore dall’era Sofad.
Angel, su cui in molti
avevano scommesso come primo
brano, segue a ruota con una
buona resa live, già
sperimentata negli show case
di presentazione di Delta
Machine.
A partire da Walking In My
Shoes, inizia la trafila dei
grandi classici, che
prosegue con Precious nella
solita versione poco
incisiva e POT, intervallate
da una BC formato Exciter
Tour, che però proprio non
decolla, soffocata una
ritmica pesante che di fatto
relega in sottofondo suoni
di synth e arrangiamenti.
Con Higher Love la prima
grande sorpresa della
serata: Gahan lascia il
palco a Gore, con il biondo
che intona la prima strofa
chitarra/voce. Sembra
l’ennesima acoustic guitar
version, ma con l’ingresso
degli altri strumenti il
brano cresce prepotentemente
e assume nuova linfa, con un
arrangiamento per forza
diverso dal mitico intro del
Devotional, ma sicuramente
di grande impatto.
Monumentale Gore ai vocals.
Completa l’intermezzo
goriano una bella ed eterea
versione di Child Inside,
con accompagnamento di
Gordeno ai synth.
In BOAG Gahan dopo una prima
strofa in cui appare in
difficoltà, si riprende e dà
vita a un’interpretazione
tutto sommato accettabile
(certo migliore rispetto al
Letterman show), anche se
non convince la resa del
brano, anch’esso come BC un
po’ soffocato da un ritmo
pesante e accentratore, che
poco spazio lascia a tutto
il resto.
Com’era prevedibile, SBH e
SMS sono i due brani del
nuovo album che scaldano
maggiormente parterre e
tribune, mentre Heaven gode
di un video di
accompagnamento davvero
bello, che riesce a rendere
quasi insulso il clip
promozionale del primo
singolo di Delta Machine.
Con A Pain That I’m Used To
arriva la sorpresona, e
questa volta è davvero
grossa: una versione totally
guitar-bass-drums, con
Gordeno che abbandona la sua
postazione dietro alle
machine e si cimenta al
basso in prima linea insieme
a Gore alla chitarra. Quello
che viene fuori è un brano
modello Jacques Lu Cont
remix ma in chiave rock,
forse strambo ma trascinante
allo stesso tempo, e
comunque non banale, con un
bel groove. Potrà piacere o
non piacere (a molti
sicuramente non piacerà), ma
indiscutibilmente
rappresenta finalmente un
tentativo di uscire dal
solito clichè che ormai da
troppo tempo aleggia sui
tour della band di Basildon.
Sarà anche solo un
divertissment, ma è positivo
che Gore e soci abbiano in
questo caso deciso
chiaramente di essere
bianchi o neri senza
ricorrere a quell’ibrido tra
pop-rock ed elettronica che
troppe volte ha danneggiato
canzoni (e continua a farlo
purtroppo) che meritavano
arrangiamenti e scelte più
radicali. A coronamento del
tutto, durante l’esecuzione
dietro la band si stagliano
grandi triangoli neri con
bordo bianco, che riportano
immediatamente a certe
scenografie degli show
elettronici di Gary Numan a
fine anni ’70…
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Scaletta:
Welcome to my world
Angel
Walking in my shoes
Precious
Black Celebration
Policy of truth
Should be higher
Barrel of a gun
Higher love
The child inside
Heaven
Soothe
my soul |
The pain I'm
used to
A question of time
Secret to the end
Enjoy the silence
Personal Jesus
Goodbye
Bis:
A question of lust
Halo
Just can't get enough
I feel you
Never let me down again |
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